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Le dipendenze del nuovo millennio o nuove dipendenze | ||||||
Il sito contiene immagini che potrebbero dare fastidio a persone sensibili
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Il tabacco fu portato in Europa come stramberia da
reduci delle esplorazioni colombiane. Le prime notizie storiche le
troviamo nella "Storia Generale delle Indie" di Bartolomeo de la Casas
in cui si legge al riguardo che gli indiani " mischiano il fiato con il
fumo di un'erba chiamata "petum" e soffiano come dannati". Il "petum" o
"tabago" veniva annusato, masticato o fumato in delle specie di pipe di
pietra rossastra. Sia per I Maya, che per i pellirosse il far ardere il
tabacco rappresentava un fatto religioso e voler osannare il Dio Balan ,
il dio dei quattro venti, che accendeva con i suoi lampi e le sue fumate
( le nuvole) il cielo.
Quando si parla dei danni del fumo del tabacco, si tende
a calcare la mano sulla maggior possibilità che il soggetto fumatore
vada incontro a tumori; in primo luogo a quelli polmonari, ma anche
della vescica, pancreas, utero. Per maggiori informazioni sui danni http://www.billmurray.it/tabacco |
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Perché si ricerca. L'assunzione provoca sensazione di leggerezza, ebbrezza, facilita la comunicazione e la socializzazione, ma si può anche diventare petulanti, scocciatori, violenti e litigiosi, sbruffoni o piagnoni, rovinando amicizie, amori e matrimoni.
Per maggiori informazioni sui danni http://www.billmurray.it/alcol |
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Con il termine cannabinoidi si indicano i derivati della
Cannabis Sativa quali hascisc e marijuana (il
cosiddetto fumo). Perché si ricerca Con il fumo si cerca l'aumento delle percezioni interne
e esterne, e una maggiore socializzazione con gli altri; il rituale di
assunzione in gruppo prevede infatti che lo stesso spinello (joint)
passi da una mano all'altra. Danni
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Cos'è, perché attrae L'assunzione di eroina avviene per lo più per via inalatoria o per via endovenosa, provocando una sensazione di benessere diffuso, la scomparsa di paure o angosce e annullamento del dolore fisico. Chi la utilizza ricerca il flash, un momento di benessere acuto e improvviso. L'assunzione, anche di poche dosi, può generare dipendenza in modo molto rapido, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Con l'uso prolungato della sostanza scompaiono gli effetti piacevoli del buco (pera) e la dose serve solo per combattere i sintomi (molto dolorosi) dell'astinenza. L'eroina, infatti, come tutti i derivati dell'oppio provoca una grande tolleranza e assuefazione, più se ne usa più ce ne vuole per ottenere gli effetti della dose iniziale. Danni
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L'uso della cocaina risale al 2000 a.C., è nel XIX
secolo che la cocaina raggiunge proporzioni di utilizzo vastissime. In
seguito alla consapevolezza dei danni arrecati da questa sostanza, nel
1914 è stata posta fuori legge. Fino agli anni '80 l'uso di cocaina si
associava soprattutto a uno stile di vita molto agiato, anche perché il
costo di questa sostanza era molto più elevato rispetto ad altre droghe
pesanti. Attualmente si rileva il passaggio da un uso elitario ad un uso
più diffuso. Che cos'è e perché attrae La cocaina è una sostanza psicoattiva eccitante estratta
da una pianta che cresce sulle Ande, la coca. Agisce sul cervello
influenzando l'energia, la memoria, la vigilanza, l'umore, il piacere.
L'uso della cocaina all'inizio dà sicurezza, efficienza, vitalità
intellettuale, esalta la resistenza fisica. E' spesso utilizzata allo
scopo di aumentare l'intimità interpersonale. La cocaina può essere
consumata in vari modi: sniffata (tirata), fumata, iniettata. Rischi
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Perche' attrae L'exstasy è spacciata in modo capillare durante le
lunghe notti del week-end per sopportare lo stress della notte e
favorire la disinibizione.
Nella foto il confronto, attraverso la
tomografia ad emissione di positroni, tra il cervello di un
utilizzatore di exstasy (a destra) e una persona non consumatrice (a
sinistra).
Danni indiretti (causati dai "riti di assunzione")
Attenzione: Spesso tra gli habitué della notte da sballo, si usano indiscriminatamente acidi, exstasy e anfetamine che vengono indistintamente "sperimentate" o assunte regolarmente senza tener conto dei diversi effetti collaterali e rischi di assunzione. |
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Detta anche droga
dello stupratore. Effetti E’ molto difficile determinare la potenza del GHB; anche piccoli aumenti della dose possono condurre ad effetti completamente inaspettati. Gli effetti cominciano generalmente a distanza di 5 -20 minuti dall'ingestione e durano 1,5 - 3 ore. I consumatori riportano sensazioni di piacere diffuso, rilassamento e tranquillità, placidità, sensualità, euforia e tendenza a verbalizzare. Il GHB deve la sua fama alle proprietà "pro-sessuali", poiché gli effetti comprendono disinibizione, aumento della sensibilità tattile, aumento della capacità erettile nei maschi, e una maggiore sensibilità al momento dell'orgasmo. Effetti non desiderati Stati confusivi, interferenze psicomotorie e di coerenza nella verbalizzazione e sedazione totale (nel caso di una dose troppo alta). Fra gli effetti avversi conosciuti si segnalano inoltre forti attacchi di nausea, vomito, confusione e difficoltà muscolari. Nei casi più gravi sono state osservate convulsioni, collasso, coma e morte. In particolare l'interazione con alte dosi di alcool e molto pericolosa e può anche condurre alla morte. Il GHB ha anche un effetto legato "al mattino dopo" (una sorta di "dopo sbronza"), anche se meno forte e spiacevole di quella causata dall'abuso di alcool: come per altre sostanze anestetiche, come la Ketamina, alcuni consumatori riportano sensazioni di freschezza e energia il giorno dopo. In America, in Inghilterra ed in Giappone sono stati riportati casi di violenza carnale legati alla somministrazione di GHB (cosa che ha fatto guadagnare al GHB la nomea di "rape drug" - droga da stupro). Durante l'effetto del GHB è stata registrata una stimolazione della produzione dell'ormone della crescita (GH), da 9 a 16 volte in più rispetto al normale. |
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Sotto il nome di allucinogeni (acidi)
troviamo diverse sostanze di diversa composizione chimica, che hanno in
comune effetti simili: LSD, mescalina, psilocibina, peyotl, ketamina. Alcune di queste sostanze sono molto antiche e nelle
popolazioni aborigene vengono utilizzate per entrare in contatto con
altre entità. Perché attraggono Le sostanze allucinogene producono effetti molto diversi
e molto soggettivi; in generale gli allucinogeni provocano viaggi (trip)
psichedelici in cui la percezione di sé e dell'ambiente circostante
viene alterata, amplificando le capacità sensoriali e modificando lo
stato normale di coscienza. E' quindi possibile non distinguere la
realtà dall'immaginario e perdere i confini spazio temporali,
confondendo il proprio sé con quanto ci circonda. I viaggi possono
essere piacevoli, con forti sensazioni di benessere, oppure "bad trip",
con sensazioni molto negative, a seconda delle caratteristiche del
soggetto e del contesto in cui si sviluppa l'esperienza di assunzione.
La durata dell'effetto dura dalle quattro alle dodici ore (Tranne che
per la ketamina il cui viaggio dura una quindicina di minuti). Danni Durante l'esperienza possono verificarsi attacchi di
panico, dovuti alla natura del viaggio ma anche alla paura di non
tornare "normali" (la percezione temporale è infatti alterata). Attenzione: Spesso tra gli habitué della notte da sballo, si usano indiscriminatamente acidi, exstasy e anfetamine che vengono indistintamente "sperimentate" o assunte regolarmente senza tener conto dei diversi effetti collaterali e rischi di assunzione. |
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COSA E’ La Ketamina è un anestetico usato in medicina e in veterinaria. Sale dopo circa 3 – 4 minuti e dura dai 45 minuti a 1 ora ½. La prima volta può durare di più. Agisce deprimendo il Sistema Nervoso Centrale, riducendo la frequenza cardiaca/respiratoria e la pressione arteriosa. A dosaggi inferiori a quelli necessari per l'anestesia produce anche effetti psichedelici che inducono una sensazione di dissociazione tra mente e corpo. La sostanza, che si presenta sotto forma liquida o di polvere biancastra è normalmente sniffata ma può anche essere ingoiata o assunta con iniezioni inframuscolari EFFETTI E RISCHI
In caso di "BAD TRIP" gli effetti da belli diventano brutti e allora ti può capitare:
Con un uso continuato di ketamina,
oltre ad una lenta scomparsa degli effetti psichedelici che lasciano
solo l'effetto sedativo della sostanza, non si escludono danni
permanenti al sistema nervoso. |
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ANFETAMINA |
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Sono sostanze di origine sintetica ad azione stimolante sul Sistema Nervoso Centrale (agiscono sulla regolazione del sonno, dell’umore e dell’appetito). Si presentano sotto forma di compresse o capsule (di varie dimensioni e colori), polvere, gel o cristalli (ice). Poiché la maggior parte dell’amfetamina che è reperibile sul mercato illegale, proviene da laboratori clandestini, che non rispettano le norme igieniche e sanitarie, difficilmente ciò che si arriva ad ottenere contiene il principio attivo puro.
Gli effetti indesiderati del "dopo" sono: stanchezza, depressione, nervosismo, aggressività, mascelle digrignanti. Quando scende (e arriva il down) è importante riposarsi e non fare attività che richiedano concentrazione, il corpo (e la mente) devono recuperare!
RISCHI a breve termine Il pericolo principale a cui si può andare incontro, bevendo poca acqua, in situazioni affollate e di ballo sfrenato, è il "colpo di calore" cioè un aumento velocissimo della temperatura corporea (anche sopra i 42°) e della pressione sanguigna. Oltre al colpo di calore, la morte può essere dovuta all’infarto e in casi limite all’overdose. a medio e lungo termine un uso frequente e prolungato di amfetamine può indurre tolleranza e di conseguenza una dipendenza psicologica e fisica. |
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PSICOFARMACI |
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La sua commercializzazione è iniziata nel 1970; all'inizio venne
usato come ammortizzatore degli effetti di cocaina e di anfetamina,
successivamente a scopo ansiolitico e, infine, come vera e propria
droga, generando una certa dipendenza. Sotto l'effetto di roipnol
(soprattutto insieme ad alcolici e altre droghe), si perde totalmente
coscienza di sé e si può avere successivamente un'amnesia di ciò che si
è fatto. Per questo motivo (oltre che per alcuni effetti negativi
cerebrali riscontrati) gli Stati Uniti lo hanno già bandito dal
commercio, mentre in Europa e nel resto del mondo è ancora ampiamente
usato come farmaco. Gli psicofarmaci si possono suddividere in alcune categorie: neurolettici, antidepressivi, ansiolitici.
Danni In generale queste sostanze vanno dosate accuratamente
dal medico a seconda dei sintomi e della persona. |
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POPPER
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Originariamente nitrito di amile o di butile, oggi in varie forme di nitriti, il Popper si presenta sotto forma di liquido, contenuto in fiale o bottigliette. L'assunzione avviene, quasi sempre,per inalazione. Il popper nasce dall'ambiente dei sexy-shop, soprattutto inglesi, e si diffonde anche in Italia, negli anni '90, parallelamente al consumo di altre droghe sintetiche. L'effetto sale dopo pochi secondi dall'inalazione e non dura più di 30/40 secondi. Perchè attrae Il Popper aumenta il battito cardiaco molto velocemente e chi lo assume si sente il 'cuore in gola', come se stesse facendo Bungy- Jumping (calarsi nel vuoto appeso a un elastico). Ma l'uso del popper è collegato, in particolare,al mito della sua capacità di potenziare il desiderio e le prestazioni sessuali. L'assunzione produce, infatti,vasodilatazione, rilassamento della muscolatura e un senso di euforia. L'effetto desiderato è comunque di breve durata e chi lo utilizza durante l'atto sessuale è costretto a interrompere spesso il rapporto per le frequenti inalazioni, data la breve durata dell'effetto di eccitazione. Rischi
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ANABOLIZZANTI
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Il "doping" è l'impiego di sostanze per migliorare la prestazione fisica e atletica anche (ma non solo) attraverso l'aumento della massa muscolare. Nel doping vengono utilizzate sostanze stupefacenti, per l'effetto stimolante (come cocaina, ecstasy, anfetamine) o analgesico (come la morfina), oppure farmaci a base di ormoni, farmaci diuretici che utilizzati in modo improprio provocano gravi danni all'organismo. Benchè il doping sia illegale, e contro l'etica sportiva, l'uso di sostanze per migliorare le prestazioni è molto diffuso, anche tra persone che praticano attività fisiche nel tempo libero. Perché si ricercano
Danni
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La definizione di smart drugs è in continuo cambiamento, non solo per i diversi tipi di sostanze che di volta in volta rientrano in questa categoria, ma anche da un punto di vista concettuale e culturale. Così negli anni '90 per smart drugs si intendevano alcuni farmaci usati in medicina come coadiuvanti delle malattie senili. A partire dal 1997 e proveniente dagli USA, anche in Italia gli studenti universitari cominciano ad usare queste sostanze per preparare meglio gli esami ("uso universitario"), poichè l'uso continuato di tali prodotti produce un miglioramento della concentrazione e della memoria. Sempre negli stessi anni, si aggiungono alla categoria anche una serie di integratori, per lo più concentrati vitaminici e minerali, da assumere in seguito all'uso di droghe chimiche, quali ecstasy, cocaina, ecc, per rendere più morbido l'hangover dei giorni successivi. Nel tempo l'uso universitario sembra essersi estinto a favore di altri prodotti "smart", tanto è vero che oggi per smart drugs si intende soprattutto l'herbal ecstasy.
Le smart drugs si distinguono in due grandi gruppi:
smart drugs o "smart pill" vere e proprie
eco-drugs, in italiano "prodotti per etnobotanica", "erbe" o "prodotti per psiconautica". Questi ultimi sono i vegetali allo stato grezzo.
Sulla base di un primo insieme di circa 300 prodotti è stata elaborata una classificazione delle smart drugs nelle seguenti categorie:
Da sottolineare che tali prodotti sono soggetti a volatilità per cui invecchiano in pochi anni, alcuni in pochi mesi, lasciando il passo a sempre nuovi prodotti, dove il fattore della "novità" sembra essere una regola fondamentale del marketing del commercio smart. Per tali ragioni la classificazione sopra riportata è suscettibile a modificazioni.
Le smart drugs possono trovarsi sotto forma di pastiglie, polvere oppure liquide ed hanno sia un'origine naturale che di sintesi.
Per approfondimenti consultare la pubblicazione "Smart Drug" del Dipartimento del Farmaco - Osservatorio Fumo Alcol e Droga Istituto Superiore di Sanità - Roma, 2006, disponibile all'indirizzo http://www.iss.it/binary/ofad/cont/smart%20completo.1162288091.pdf
L’efedrina è un’amfetamina vegetale che provoca effetti stimolanti potenti. L’efedrina è stata usata per decenni per le sue proprietà termogene nella cura dell’obesità e c’è stato anche un uso non terapeutico negli ambienti sportivi e in quelli della pornografia. Con l’arrivo nel mercato delle herbal ecstasy e pillole smart a base di efedrina, dal 1° aprile 2004 ne è stata vietata la vendita e la produzione non farmaceutica in tutta l’Unione Europea. L’effetto anfetaminico delle herbal ecstasy (dette anche ecsatsy vegetale) è relativamente più corto e più tremolante di quello del classico speed (metamfetamina di sintesi) ed è sufficiente oltrepassare di poco la singola dose per percepire l’effetto collaterale del trembling, con un generalizzato tremolio fisico e sensoriale, dove anche la vista e l’udito divengono tremolanti. L’eccesso di efedrina può comportare:
Studi farmacologici hanno dimostrato che l'assunzione della caffeina con l'efedrina aumenta la tossicità di quest'ultima sul cuore, per cui è sconsigliabile aggiungere forti dosi di caffeina alle herbal ecstasy. NB:
Le pillole di herbal ecstasy possono presentarsi in concentrazioni molto
diverse, per cui si può sbagliare la scelta della dose, rischiando di assumere
una quantità maggiore della dose che si ritiene di aver ingerito. |
Sono composti presenti in numerose piante, tra cui le più utilizzate nelle smart pill sono: caffè, tè, cola, guaranà, mate, maytenus. Gli stimolanti xantinici vegetali vengono utilizzati come coadiuvanti per le prestazioni intellettive, per la preparazione degli esami universitari, per lunghe ore di guida e in altre diverse situazioni in cui sia richiesto un aumento di prestazione fisica o intellettiva. L'abuso di questi prodotti comporta sintomi simili al generico abuso da caffeina, ossia:
Questi sintomi scompaiono velocemente
dal momento in cui si interrompe l'assunzione. |
Nella classe deli energy drinks il
sinergismi più utilizzato è quello della coppia caffeina-taurina della
Red Bull e di altre bevande simili. La taurina è un aminoacido presente
nel cervello e nel cuore dell'uomo adulto. Possiede virtù antiossidanti,
sensibilizza il sistema immunitario e facilita l'eliminazione delle
tossine per via renale. E' stato sperimentalmente provato che
l'abbinamento taurina-caffeina incrementa di circa il 20% il volume di
sangue pompato al cuore a ogni battito, cosa che non avviene con la sola
caffeina. L'aumento della portata sanguigna provoca una migliore
ossigenazione anche nel cervello, con maggior rendita nell'attività di
veglia, idonea per la guida notturna e per il mondo dei camionisti. |
Negli stimolanti a sinergismo
xantino-aminoacidico-sinefrinico, alla coppia caffeina-taurina viene
aggiunta la sinefrina, una sostanza che viene estratta dalla buccia
dell'arancio amaro e che viene proposta nel mondo smart come sostituto
all'efedrina, sebbene in maniera deludente. Infatti, la sinefrina si
differenzia dall'efedrina per la mancanza di effetti sul battito
cardiaco e sulla pressione sanguigna. Molti consumatori, dopo aver
provato l'efedrina, rimangono delusi dai prodotti a base di sinefrina.
L'impressione è che questa classe di smart drugs verrà presto
dimenticata. |
Gli stimolanti afrodisiaci sono pillole in cui principi attivi sono estratti di piante, per lo più esotiche, riconosciute dalla medicina occidentale come dotate di proprietà afrodisiache, generalmente non meglio specificate. Nel mondo degli afrodisiaci legali ci troviamo di fronte a una giungla di prodotti specifichi per le diverse esigenze sessuali maschili e femminili. Attualmente in Italia, gli afrodisiaci maschili smart più in voga sono quelli del gruppo della Sex-e. Pur rientarndo nella nella categoria commerciale di "viagra vegetale", i prodotti Sex-e procurano un effetto mentale di tipo empatico oltre a quello specificamente sessuale. Pur essendo prodotti a basso profilo tossicologico, non sono però esenti da rischi per l'organismo, tra i quali vanno ricordati:
Fra gli afrodisiaci femminili, i più
diffusi sono: damiana, yohimbe, maca, muira puama. Si tratta di sostanze
che aumentano la sensibilità dermica di tutto il corpo e non solo delle
aree pubiche. |
Un tempo celebre, il liquore d'assenzio è oggi proibito in quasi tutti i Paesi, in quanto contiene un olio essenziale che in alte dosi è velenoso. Le bottiglie di superalcolici chiamate "liquori d'assenzio" contengono basse concentrazioni di tujone, il principio attivo della pianta di assenzio. In realtà, le basse concentrazioni di tujone presenti nei liquori di assenzio oggi in commercio, non sono tali da poter influire sull'effetto totale del liquore. Bisogna precisare che questi liquori sono ad alta gradazione, sino al 70% vol. e oltre. Da un punto di vista tossicologico, L'alcol a 70° è una droga molto tossica che può scatenare forme di violento alcolismo con reazioni spesso difficili da gestire. L'abuso di questo liquore dà infatti sviluppo ad una intossicazione cronica detta absintismo. Il tujone ha intense proprietà eccitanti sul sistema nervoso centrale e può produrre:
L'assenzio ha inoltre una forte azione
irritante sugli organi pelvici per via della quale ha trovato impiego in
passato come abortivo. |
Dipendenze del nuovo millennio (nuove dipendenze)
Internet, telefono, palestra, shopping: per molti sono semplici passatempi, mezzi di comunicazione o strumenti di lavoro. Per alcuni si trasformano, invece, in fonti di attrazione irresistibile, vere e proprie manie. Il rapido processo di evoluzione tecnologica ed economica di questi ultimi anni, infatti, ha portato anche alla nascita di nuove dipendenze, che si manifestano con sintomi simili a quelle da sostanze psicoattive. Le "New addictions", Questo è il loro nome, includono tutte quelle forme di dipendenza, che non sono legate a sostanze stupefacenti o alcolici, bensì ad attività lecite, socialmente non riprovevoli e apparentemente non dannose.
Abuso del web
Tre fasi
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La dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder) ha stimolato
numerose ricerche e studi in ambito internazionale negli ultimi dieci
anni. Alcuni autori, nell’ottica cognitivo-comportamentale, evidenziano
cognizioni disadattive nei soggetti dipendenti da Internet. Tali
cognizioni disadattive comprendono pensieri distorti su di sé e pensieri
distorti sul mondo. I soggetti con uno stile cognitivo rimuginante hanno
problemi più gravi in relazione all’uso problematico di internet. Altre
distorsioni cognitive si riferiscono a vissuti di inadeguatezza, di
insicurezza, bassa autostima, difficoltà relazionali.![]() La dipendenza da Internet, ci sono soggetti che arrivano a stare on-line 40 e più ore a settimana, comporta disturbi fisici come Disturbi del Sonno, mal di schiena, mal di testa, sindrome del tunnel carpale, stanchezza degli occhi, irregolarità nell’alimentazione, ma le conseguenze maggiori e più gravi sono le conseguenze psicologiche, familiari, lavorative ed economiche. L’abuso di Internet compromette la vita relazionale e affettiva del soggetto e spesso on-line nascono relazioni facilitate dall’anonimato, dalla semplicità del contatto virtuale e spesso a soffrirne è proprio il partner reale, isolato dal rifugio virtuale del soggetto dipendente. Alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione, perdita del senso della propria identità personale caratterizzano la trance dissociativa da videoterminale (Caretti), disturbo che può presentarsi in soggetti dipendenti da Internet. L’anonimato e l’assenza di vincoli spazio-temporali possono porsi come fattori di rischio. La realtà virtuale si sostituisce al mondo reale. Internet rappresenta un fenomeno nuovo, potente, multidimensionale, facilmente accessibile, indispensabile ormai trovarsi in Rete per lavoro, per studio, per gioco, per indagini, per ricerche e le opportunità che offre sono molteplici. È certamente uno strumento utile e potente, ma richiede un’attenzione particolare nel caso venga utilizzato da bambini e giovani. La patologia che l’uso maladattivo di Internet può far insorgere assume aspetti diversi in relazione ad una o più applicazioni che la Rete mette a disposizione. L'introduzione di internet ha sicuramente migliorato la qualità di vita, consentendo, per esempio, di velocizzare le operazioni commerciali ed economiche, di comunicare in tempo reale con tutto il mondo e di diffondere informazioni in modo più immediato e diretto. Tuttavia, come la maggior parte dei fenomeni, ha anche caratteristiche ed effetti negativi, soprattutto per coloro che non sono in grado di usufruirne in modo adeguato. L'abuso del web costituisce una vera e propria dipendenza dannosa, denominata "Internet addiction disorder" (lad), che colpisce soprattutto gli uomini di un'età compresa tra i 15 e i 40 anni e si sviluppa in tre fasi (vedi riquadro "Tre fasi" a sinistra). La crescita vertiginosa del fenomeno dipende, in particolare, dall'introduzione dell'Adsl, che rende ancora più facile e veloce la connessione e la navigazione in rete, e dalla possibilità di navigare in qualsiasi luogo, grazie agli internet point, ai computer portatili e alle connessioni senza fili. LE CAUSE CHE COSA FARE |
I ESISTONO VARIE SOTTOCATEGORIE
■ Dipendenza cyber-sessuale: c'è un utilizzo assiduo e compulsivo dei siti
dedicati alla pornografia e delle chat room per adulti, all'Interno delle quali
è possibile fare sesso virtuale.
■ Dipendenza cyber-relazionale: la frequentazione di chat porta alcune persone a
instaurare relazioni interpersonali virtuali, che progressivamente acquistano
più
importanza dei rapporti reali e portano all'isolamento.
■ Dipendenza dai giochi: possono essere i semplici videogiochi interattivi, ma
anche il gioco d'azzardo.
■ Sovraccarico cognitivo: l'esigenza di trovare alcune informazioni in rete si
trasforma, in questo caso, in una vera e propria ossessione.
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Il cellulare è diventato ormai un oggetto di uso comune, che permette di
comunicare in qualsiasi momento con chiunque, annullando i limiti della distanza
fisica. L'uso di questo prezioso mezzo di comunicazione diventa distorto quando
si trasforma in un oggetto indispensabile, senza il quale non si riescono a
intrattenere rapporti sociali. Il cellulare, quindi, non è più vissuto come un
accessorio, ma come un attributo permanente e irrinunciabile, che viene
utilizzato costantemente come strumento privilegiato per stabilire un contatto
con gli altri.
• Esso tende a trasformarsi in una necessità per distogliere l'attenzione dalle
carenze affettive e relazionali, che affliggono la persona. L'invio costante di
sms e le continue telefonate sono vissute come attività naturali e automatiche,
necessarie per tenere sotto controllo le amicizie o le relazioni sentimentali.
• L'utilizzo del cellulare, con il quale si instaura una sorta di vero e proprio
rapporto affettivo, è una necessaria fonte di piacere.
• Questo rapporto morboso con l'oggetto rischia, a lungo andare, di provocare
l'effetto opposto rispetto a quello prefisso in origine, facendo perdere il
contatto con la realtà e limitando le relazioni interpersonali.
LE CAUSE
Ricorrere alla telefonata o al messaggio serve per controllare costantemente la
presenza degli altri e come sfogo o rimedio per placare una situazione di
disagio o di insicurezza.
■ Anche una profonda paura della solitudine e l'incapacità di accettare la
lontananza e il distacco provocano, inconsciamente, l'esigenza irrefrenabile di
usare il telefonino.
■ Le persone frustrate, che evidenziano alcune carenze affettive o
insoddisfazioni relazionali, si servono del cellulare per saziare il loro
maniacale bisogno di conferme e rassicurazioni.
■ La scarsa autostima e la difficoltà a rapportarsi in modo positivo con la
realtà sono fattori che possono scatenare il disturbo.
CHE COSA FARE
■ Cercare di limitare l'uso del telefono cellulare allo stretto necessario,
utilizzando altri mezzi per comunicare e relazionarsi con gli altri.
■ Invece di scrivere sms, fissare un appuntamento dal vivo oppure scrivere una
lettera.
■ Consultare uno psicologo per imparare a conoscere le problematiche all'origine
del problema e riuscire a superarle
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Questo disturbo, caratterizzato dall'impulso incontrollabile all'acquisto, è
stato descritto per la prima volta nel 1915 come "mania di comprare" o "oniomania".
• Le persone colpite da questa dipendenza sono spinte dall'urgenza di acquistare
qualsiasi cosa, per lo più oggetti inutili sempre più costosi, senza un motivo
preciso.
• Immediatamente dopo aver soddisfatto la pulsione all'acquisto la reazione è di
sollievo e piacere ma, al contempo, si genera uno stato di tensione e stress,
causato dalla voglia di comprare ancora. Nasce così il senso di colpa.
• La società non riesce ancora a percepire questa dipendenza come un vero e
proprio problema, poiché si crede, erroneamente, che le conseguenze non possano
essere particolarmente pericolose.
LE CAUSE
In generale, sono maggiormente colpite da questo disturbo donne giovani, di età
compresa tra i 25 e i 40 anni, con alle spalle forti carenze affettive, che
cercano di placare oppure di dimenticare con lo shopping.
■ Le persone con scarsa autostima di sé sono più predisposte, ma lo sono anche i
narcisisti, sempre alla ricerca di novità per abbellire il loro ego, e gli
istrionici, spinti dall'esigenza di essere costantemente al centro
dell'attenzione. ■ Questo disturbo può dipendere anche dalla presenza di uno
stato emotivo fortemente alterato, che spinge persone colpite a tenta superare
la tristezza, la solitudine e la frustrazione piacere effimero dell'ai sto.
■ Il disturbo è spesso ritrovabile anche in chi è ce da disordini legati a stati
di ansia e stress.
CHE COSA FARE
■ Per prima cosa, è consigliabile imporsi un budget mensile per far fronte ad
acquisti di prima necessità non superare mai, senza fare eccezioni.
■ Coltivare sia gli affetti dei propri familiari sia amicizie che si hanno
l'esterno.
■ Consultare uno specialista, psicologo o psicoterapista, per capire la carenza
effettiva o il disagio all'origine del disturbo di cui si soffre.
Diventa una malattia?
Ci si trova di fronte a una vera e propria dipendenza quando:
■ il denaro utilizzato per fare gli acquisti risulta decisamente eccessivo
rispetto alle proprie possibilità economiche;
■ gli oggetti vengono acquistati senza alcuna ragione e non hanno nessuna
utilità. L'esigenza è comprare, non importa cosa;
■ dopo lo shopping subentrano crisi di ansia e stress, legate al senso di colpa;
■ gli acquisti si susseguono con una frequenza sempre maggiore, fino a ripetersi
più volte nell'arco di una settimana;
■ l'abitudine a comprare con assiduità è un comportamento nuovo e
precedentemente estraneo alla persona.
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Fare sport regolarmente è una buona e salutare abitudine. Il luogo ideale per
mantenersi in forma, che permette anche di socializzare, soprattutto in città, è
la palestra. La smania di avere un fisico impeccabile può, però, degenerare in
una vera e propria malattia, denominata "vigo-ressia".
• I benefici derivanti da una costante attività fisica sono innegabili, ma se la
passione per lo sport si tramuta in ossessione diventa un preoccupante disturbo.
La linea perfetta e il fitness sempre e comunque diventano un'esigenza malsana,
che rischia di rovinare la salute. 6 Frequentemente, la mania dell'esercizio
fisico si associa a diete improvvisate, squilibrate, iperproteiche, povere di
grassi e spesso associate a integratori di ogni genere. La dieta serrata e
l'esercizio fisico costante, infatti, diventano l'unico interesse centrale nella
vita delle persone colpite da questa sorta di nuova dipendenza.
• Tutto il tempo e le risorse economiche a disposizione vengono utilizzati per
la cura del proprio corpo, acquistando riviste specializzate, prodotti
dimagranti, attrezzi e abbigliamento specifici per il fitness.
• Gli effetti negativi sono molteplici, come la depressione, le alterazioni
metaboliche, i problemi cardiovascolari.
CAUSE
Le persone sono costantemente messe sotto pressione dai messaggi dei media, che
impongono modelli irraggiungibili e sottolineano la centralità dell'aspetto
fisico. Così, la scarsa autostima e il disagio derivante dalla mancata
accettazione altrui favorisce, in alcune persone particolarmente fragili sul
piano psicologico, la corsa ossessiva verso una forma fisica perfetta, da
ottenere attraverso diete drastiche e ginnastica sconsiderata.
■ Molto spesso questa dipendenza dal fitness nasconde altre problematiche, quali
stress e ansia, che trovano nella palestra una valvola di sfogo.
CHE COSA FARE
■ Evitare gli eccessi in palestra, cominciando a fare sport in modo graduale e
senza sottoporre il proprio fisico a sforzi enormi e dannosi.
■ Praticare le attività sportive servendosi dell'aiuto di personale esperto e
specializzato, che sia in grado di indicare gli esercizi fisici e i movimenti
più adatti alle singole esigenze.
■ Non cercare di ottenere risultati miracolosi in breve tempo, evitando
allenamenti troppo faticosi e
diete squilibrate.
■ Imparare a rispettare il proprio corpo, ascoltando e interpretando i suoi
segnali e le sue esigenze, per ottenere i risultati migliori senza causare
effetti dannosi e controproducenti.
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Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV)
il gioco d’azzardo patologico viene definito come un “comportamento persistente,
ricorrente e maladattivo tale da compromettere le attività personali, familiari
lavorative “. Il giocatore compulsivo non gioca per guadagno materiale , ma per
il piacere che gli deriva dal giocare. La perdita di controllo e la pervasività
del gioco nella vita del soggetto determinano il deterioramento dei rapporti
affettivi, familiari, lavorativi.
L’assessment dei livelli del gioco d’azzardo patologico prevede l’utilizzo di
strumenti specifici, come il SOGS (South Oaks Gambling Screen) e altri strumenti
come alcuni test di personalità (MMPI-2, Rorsharch ) e le scale per la
valutazione di ansia e depressione.
Il gioco patologico presenta un alto livello di comorbilità con i Disturbi
dell’Umore, l’alcolismo, l’uso di sostanze, i Disturbi di Personalità, i
Disturbi del Controllo degli Impulsi. Tra i soggetti che richiedono un
trattamento terapeutico per il gioco d’azzardo patologico emergono con alta
frequenza ideazione suicidaria e tentativi di suicidio. Una caratteristica di
personalità che emerge dagli studi in relazione al gioco d’azzardo è la tendenza
a ricercare il rischio e le esperienze eccitanti.
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La dipendenza da sesso o Sex Addiction. Colpisce prevalentemente
i maschi. La dipendenza sessuale è una relazione disturbata e distorta con il
sesso, attraverso la quale la persona cerca di alleviare lo stress evitando
sentimenti dolorosi e fuggendo da relazioni intime di fronte alle quali emerge
una profonda inadeguatezza nella capacità di gestirle.
Il radicamento nella realtà, che pure può mostrare tutti i suoi aspetti più
difficili e dolorosi, è un elemento fondamentale della salute psicologica. Il
dipendente dal sesso ha una grave difficoltà a vivere il sesso naturalmente,
come una relazione intima con uno scambio di piacere. La relazione è invece di
tipo ossessivo. I comportamenti che un dipendente sessuale può mettere in atto
sono diversi: rapporti sessuali con prostitute o con persone anonime,
esibizionismo, acquisto di materiale pornografico, utilizzo di servizi erotici
telefonici o su internet, masturbazione in modo ossessivo.
La compromissione di una vita di relazione sana è molto rilevante, ma sono
importanti anche gli effetti sui processi mentali: l’intrusione di pensieri e
fantasie non volute può ostacolare la vigilanza, impedire la concentrazione su
una normale occupazione.
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Le profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali,
determinate in larga misura dal progresso scientifico-culturale, negli ultimi 50
anni hanno plasmato e veicolato stili di vita, assetti strutturali della società
moderna implicando importanti cambiamenti della qualità della vita, della
salute, dei consumi, miglioramenti e incrementi strettamente legati alla
industrializzazione e alla urbanizzazione. Molti giovani e molte donne
vorrebbero entrare nei circuiti lavorativi della nostra cosiddetta “società dei
consumi”, così come molti uomini e molte donne che hanno perso o che rischiano
di perdere il lavoro avrebbero voluto o vorrebbero restare. Sembra paradossale
allora parlare di una dipendenza da lavoro. Tale paradosso, però, è solo
apparente. In questo tempo storico, infatti, il lavoro pare essere sempre più
espressione di una realizzazione personale e strumento di approvazione e di
valutazione psico-sociale della persona. Il rischio della degenerazione in una
nuova forma di dipendenza, la dipendenza da lavoro, è rilevato da molti studi
internazionali; tale rischio è molto alto per quelle persone insicure, con uno
stile cognitivo rigido e inadeguato a gestire i problemi, che hanno grandi
difficoltà a esprimere e a comunicare le proprie emozioni, a vivere con piacere
e con soddisfazione le relazioni affettive e interpersonali, e che riversano sul
lavoro eccessive aspettative, energie, bisogni di conferme del proprio valore
nel tentativo - inadeguato e inefficace - di avere sollievo dall’ansia e
dall’insicurezza, e in questo modo riempire un vuoto nella loro vita.
La competizione, il prolungato investimento del tempo nel lavoro, le aspettative
alte, anche una elevata quota di aggressività, la restrizione del tempo libero e
l’allentamento delle relazioni non qualificano di per sé una dipendenza dal
lavoro. Lo sono, invece, l’accentramento sul lavoro, la esclusività, la perdita
di spazi di vita, la condotta ossessiva, l’orientamento dell’intera vita al
lavoro con conseguente perdita di capacità di contatto emotivo con se stessi,
con la propria famiglia e con gli altri che qualificano la dipendenza da lavoro.
Gli studi internazionali definiscono il workaholism o work addiction, ossia la
dipendenza da lavoro come un disturbo ossessivo-compulsivo. La struttura di
personalità è rigida, perfezionista. L’ansia, una inadeguata regolazione nella
gestione del tempo e del lavoro stesso, una bassa autostima caratterizzano la
persona dipendente. La vita intera è centrata sul lavoro con conseguente pesante
riduzione del tempo libero da dedicare ad altro. Alla fine il tempo libero viene
completamente assorbito dal lavoro e non c’è più alcuna pausa, divertimento,
affetto, interesse. Soltanto il lavoro. In questo processo la compromissione
della vita relazionale, affettiva, di coppia, familiare, diventa grave.
La perdita del controllo degli spazi e dei tempi del lavoro è totale: non
esistono più regole, è presente una grave difficoltà nel riconoscere e
nell’accettare i propri limiti. Il dipendente da lavoro pensa di dover fare
sempre di più perché è imperativo fare tutto. La negazione del problema viene
esplicitata attraverso affermazioni tese a evidenziare un forte attaccamento
etico al lavoro. Senso del dovere, piacere per il proprio lavoro sono le
giustificazioni più frequenti addotte da un dipendente dal lavoro.
Il lavoro diventa unico propulsore e strumento di affermazione della propria
identità. Il workaddict è un soggetto inadeguato e insicuro, è orientato a
cercare sicurezza nella carriera e nel successo, ma alcune caratteristiche della
sua personalità compromettono seriamente la validità del suo lavoro: ha
difficoltà a relazionarsi in un team di lavoro con altri colleghi, è
perfezionista, e ciò può comportare una perdita di efficienza, gestendo male il
tempo d’impiego nello svolgimento del lavoro e dedicando eccessiva importanza ai
dettagli nella esecuzione del lavoro stesso.
Ipervaluta se stesso, è ipercritico con i colleghi, l’adesione al lavoro è
rigida, non sa delegare nulla agli altri, è presenzialista, ipervigilante,
orientato al controllo.
Le distorsioni cognitive errate presenti, secondo il modello cognitivista, sono
organizzate in un sistema rigido che il soggetto ha sviluppato e coprono una
voragine nella vita e nella struttura di personalità del dipendente. Tra le
distorsioni cognitive si possono riscontrare, ad esempio, pensieri di
perfezionismo, pessimismo, senso di inefficacia, esternalizzazione.
Nel trattamento terapeutico della dipendenza da lavoro è fondamentale lavorare
sulla ristrutturazione cognitiva, sul recupero delle emozioni e sulla capacità
di comunicazione emotiva, sull’autostima, sulle relazioni affettive, di coppia e
familiari.
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- Marzo 2007
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