Il lavoro canadese non ambiva in realtà a scoprire le radici genetiche
dell'umorismo, quella facoltà misteriosa che in milioni di anni d’evoluzione ci
ha portato a distinguerci dagli animali. Che per Freud coincideva con qualcosa
di sessuale e che per gli orientali può anche essere un grado di saggezza
spirituale. Non a caso Buddha, quando raggiunse l’illuminazione, si fece una
gran risata. No, gli scienziati canadesi non volevano inoltrarsi così a fondo
nel mistero umano. Avevano ristretto di parecchio il campo e l’ambizione.
Cercavano semplicemente di capire perché inglesi e americani possiedono un
diverso senso dell'umorismo.
Per farlo hanno scritturato quattromila coppie di gemelli sulle due sponde
dell’Atlantico e hanno compiuto una serqua di esperimenti genetici. Se avessero
preso due cavie a caso, tipo Mr. Bean e Mr. Bush, si sarebbero risparmiati un
sacco di fatica e di prelievi del sangue e analisi al microscopio per capire che
le weltanschauung a proposito dell’ironia sono assai diverse.
Negli inglesi il senso dell’umorismo feroce, surreale, spietato, il gusto della
battuta sarcastica e la capacità di «autodeprecazione» - dicono gli studiosi -,
sono caratteristiche innate, stanno nel Dna. Gli americani invece, quel gene
dell’umorismo non ce l’hanno, e spesso devono accontentarsi di una scherzosità
più innocente e gioviale. Negli Stati Uniti la tendenza al sarcasmo sembra
soprattutto associata, per quel poco che viene praticata, al contesto familiare
in cui si cresce. In Inghilterra, invece, esiste una solida base genetica che
spiega il debole di quel popolo per l'umorismo negativo, aggressivo, mordente.
La tolleranza
Questo spiegherebbe anche perché gli inglesi sono più tolleranti nell’ironia,
capaci di sorridere su argomenti ferocemente sessisti o politicamente scorretti
che in America verrebbero subito considerati aggressivi e denigratori.
In attesa che qualche nuova ricerca genetica ci dica che era tutto uno scherzo,
possiamo fingere di crederci. Effettivamente, lassù oltre la Manica, le prove
non mancano per puntellare la teoria. Il senso della vita dei Monty Python. I
folli limerick di Edward Lear. Gli uomini in barca di Jerome K. Jerome, i libri
di Wodehouse, i cappellini della regina madre e l’ecologismo del principe Carlo.
Hugh Grant che va a scherzare con una prostituta a Hollywood nonostante abbia
una fidanzata carina come Liz Hurley. E solo un popolo con un senso
dell’umorismo assai sviluppato avrebbe potuto inventare uno sport come il rugby,
dove ogni rimbalzo della palla ovale ha il sapore di uno scherzo.
I cowboy
Vero. Ma se andassimo a scavare nel witz ebraico-austro-ungherese troveremmo
probabilmente gli stessi geni. La pazienza di Giobbe non era forse un esercizio
supremo di umorismo? E che dire di Karl Kraus che faceva a pezzi il mondo con il
suo sorriso? E possiamo dare anche un contentino agli yankee, laggiù mica ci
sono solo cowboy suscettibili che ridono con le colt alle battute, come abbiamo
visto nei film western. Laggiù sono nati tizi come Buster Keaton o Bill Murray,
che in quanto a senso dell'umorismo non sono certo secondi ai cugini inglesi (ma
chissà cosa scopriremmo se mandassimo campioni del loro sangue nei laboratori di
Csi).
La teoria canadese fondata sui gemelli ridanciani scricchiola un po’ se ci
appoggiamo solo sul Dna. Non basta un gene per star dietro ai funambolismi dei
fratelli Marx, o per capire che Clemente Mastella stava solo scherzando. Il
senso dell’umorismo è il raffinato prodotto dell’educazione, dell’ambiente,
dell’adattamento alle avversità del mondo. Se gli inglesi sanno sorridere meglio
di altri popoli - cosa verissima -, se sanno scherzare su se stessi al limite
della ferocia, annientare con una risata qualunque limite, è anche perché, poi,
sanno difendere i principi fondamentali della civiltà e della libertà molto
seriamente.
Sorrisi e nevrosi
Oscar Wilde (nato a Dublino) diceva: «Sostengo lunghe conversazioni con me
stesso e sono così intelligente che non capisco nemmeno una parola di quel che
dico». Divertente. Genialmente divertente. Come il migliore umorismo british che
scatena il sorriso con un pacato senso dell’assurdo e non con una paccata sulla
spalla. Ma gli inglesi non dovrebbero gioire troppo.
Perché gli scienziati canadesi hanno anche scoperto che umorismo sferzante,
sarcasmo, si associano a personalità con tratti nevrotici, a problemi di
depressione e ansia. Anche questo, forse, lo sapevamo già. Se capisci
l’assurdità del mondo, non puoi restare indifferente. O sprofondi nella
depressione, o ci ridi ferocemente sopra.